lunedì 18 marzo 2019

Nikita, la nostra little pet therapy

Verso la metà di Ottobre mio figlio (8 anni) ha iniziato ad accusare strani mal di testa, specialmente la sera prima di andare a dormire.

Dopo una serie di accertamenti clinici (analisi, elettroencefalogramma dalle quali, per fortuna, non è emerso nulla) abbiamo iniziato ad indagare sulle cause psicosomatiche che potevano causargli questo disagio (Luca arrivava anche a piangere, la sera, non stava facendo finta per attirare l'attenzione).

Escludendo lo sport, che lui frequenta sempre con entusiasmo, ci siamo rivolti al mondo della scuola: per questo nuovo anno, la terza elementare, l'Istituto scolastico ha avuto la felice idea di cambiare tutte le insegnanti delle principali materie alla classe di Luca. Questo ha generato un notevole impatto sugli alunni, perché bambini che già erano segnalati come agitati hanno preso il sopravvento, in particolare su una nuova maestra, e abbiamo scoperto che alcune ore di lezione si erano trasformate in una giungla.

Lato scuola siamo intervenuti presso la preside, con gli altri genitori, con processi lenti e cavillosi che solo ora (siamo quasi a Maggio!) iniziano a dare risultati. Ma Luca? Come aiutarlo nell'immediato?

Con mio marito abbiamo deciso di giocare il jolly: interpretando ad hoc le teorie di BorisLevinson, secondo cui prendersi cura di un animale può calmare l'ansia e aiutare a superare lo stress, abbiamo comprato una cricetina, perché Luca chiedeva da tanto un animale ma a casa non abbiamo molto spazio per tenerli. Siamo andati insieme a lui a sceglierla, le ha dato un nome, sistemato tutto il necessario nella gabbietta.

La prima sera che Nikita (nome da combattente!) è stata con noi, Luca non ha minimamente accennato al mal di testa: è stato solo più difficile mandarlo a letto, eccitato com'era. E le sere successive è andata sempre meglio, perché era impegnato a coccolarla, controllare che avesse acqua e cibo, pensare a farla divertire, dato che 'ne era responsabile' (questo è stato un punto basilare).

Dalle teorie dello psichiatra infantile Levinson è nata la pet therapy, ben conosciuta e apprezzata in svariati campi socio-assistenziali, e nel nostro piccolo abbiamo costatato come la presenza di un animaletto possa notevolmente aiutare un bambino.
A differenza di un giocattolo nuovo, che produce gioia in un primo momento e poi viene messo da parte, l'animale è una presenza costante che richiede attenzioni e cure, qualcuno cui affezionarsi, che merita di essere nel nostro pensiero.

E per le vacanze estive... la nonna si è già offerta di tenere Nikita, non siamo persone che abbandonano gli animali!

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